Erasmus+ Workshop Mini Fabricademy

Erasmus+ Workshop Mini Fabricademy



ERASMUS +
REPORT MOBILITA’ - Giuseppina Botto
dal 01/07/2024 al 05/07/2024
Hosting Organization: Fab Lab León
Workshop Mini Fabricademy
2023-1-IT02-KA121-ADU-000115822

 

 

SEDE E CONTESTO TERRITORIALE 

Il Fab Lab León, è  situato nella città di León, in Spagna, una città  ricca di storia e cultura, particolarmente in ambito artistico e architettonico,  antica tappa dell'itinerario seguito dai pellegrini provenienti dal centro Europa verso Santiago di Compostela.

Il Fab Lab Leon è  un laboratorio attrezzato  con spazi funzionali  per ospitare makers e promuovere l’innovazione attraverso l’apprendimento e la collaborazione comunitaria. Gli spazi sono destinati a  mettere a disposizione  una  varietà di strumenti ma offre, soprattutto, programmi educativi STEAM per ragazzi basati sulla metodologia learning by doing. Tra le tante attività è implementato  il programma Shemakes che promuove le competenze tecnologiche tra donne e ragazze per incoraggiarle ad intraprendere carriere nel settore tecnologico riducendo il gap di genere nell’industria tecnologica.

 

PREMESSA

Il corso MINI FABRICADEMY WE DO è stato tenuto da Nuria Robles,  responsabile della gestione del laboratorio,  che ha un esperienza  più che decennale per aver partecipato sia al programma internazionale  Fab Academy negli USA sia e al programma Fabricacadamy per l’applicazione della  produzione digitale alla tecnologia tessile.  Da tanti anni ormai coordina le attività al FabLab leon e collabora con la FabAcademy dove  la prototipazione rapida e  organizzata permette di eseguire progetti basati sullo sviluppo di nuove tecnologie applicate all'industria tessile, dalle creazioni  alla progettazione e realizzazione di dispositivi indossabili. Lo spazio fabLab Leon per la produzione digitale tra idee, progetti e persone si sviluppa come un cantiere artigianale organizzato, in cui tante e nuove tecnologie digitali in modo pratico, producono oggetti di diverso tipo. Uno spazio creativo con accesso alle tecnologie di produzione digitale per trasformare le idee in prototipi e  sviluppare le creazioni in progetti di produzione personali. La teacher  ha  subito messo in evidenza il carattere inclusivo e gli obiettivi del FABLAB e la filosofia maker nella vita quotidiana. Le attività che Nuria ha preparato per il nostro programma formativo si sono differenziate con uno scheduling impostato su vari giorni. Gli argomenti che dal mio punto di vista sembravano presentarsi incoerenti  hanno invece percorso una strada rigorosa e ragionata che ci hanno portati  a  raggiungere come traguardo, un prototipo; tutte le sperimentazioni anche quelle meno riuscite  sono state eseguite con un approccio pratico/applicativo per avviare ed essere utilizzati in seguito al We Do. Le lezioni hanno intrecciato l'artigianato tradizionale, la biotecnologia, circuiti elettrici e elettronica che con strumenti di prototipazione avanzati, materiali innovativi, software e tecniche di produzione, che ci hanno messo a disposizione e manipolati con attenzione  ci hanno dato impegno e voglia  per infondere e portare al We Do aspetti innovativi da prevedere come futuri workshop.

 

Biomateriali

Il primo giorno dopo una parentesi per conoscere e capire la differenza tra materia plastica e bioplastica (materiale dalle caratteristiche simili alla plastica, quindi resistente, igienica e versatile, ma realizzata con una base biologica in grado di biodegradarsi in fretta ed essere quindi smaltita attraverso processi di compostaggio senza rimanere nell’ambiente e senza inquinare) abbiamo creato con il supporto di una ricetta base un prototipo di bioplastica. 

Gli ingedienti base sono: 

  • 10 ml di acqua distillata

  • 0,5-1,5 g di glicerolo / glicerina

  • 1,5 g agar agar

La realizzazione di questo genere di bioplastica è molto semplice. Dopo aver pesato gli ingredienti, li abbiamo amalgamati e  mescolati insieme in un  pentolino e messo su un fornello e   continuato a mescolare fino a raggiungere max 80° . In questa fase, la miscela si era colorata di un colore bianco lattiginoso e abbastanza acquosa. Io ho deciso di mettere anche un colorante ambrato derivato dalle cipolle in forma liquida e un colorante rosso derivato dalla cocciniglia in polvere. Molto funzionale sono stati i telai per ricamo circolari di diametro 10/12  cm in legno di bambù foderati con carta forno o pellicola in cui abbiamo versato il liquido ottenuto. Quindi ho fatto tre tipi di bioplastica e aspettato che si asciugasse e indurisse.

Le mie considerazioni. Il primo prototipo dopo 4 giorni si era asciugato ma non si è formata una pellicola in quanto era rimasto troppo asciutto e appena si toccava si rompeva. Il secondo con la polvere si è quasi asciugato bene ed era più elastico, il terzo è rimasto liquido. Bisogna calibrare meglio gli ingredienti e il dosaggio dell’acqua quando si mette il colorante liquido. Sicuramente potrebbe non avere le stesse prestazioni o durata delle bioplastiche commerciali, ma è un ottimo modo per esplorare e sperimentare con materiali più sostenibili.

 

3D Printing on textiles

Nuove prospettive con recenti introduzioni a nuove stampe su tessuti 

La stampa 3D crea nuove possibilità attraverso la sostenibilità dei materiali trasformando il modo in cui progettiamo e produciamo tessuti. Iniziamo il secondo giorno con slides che aiutano a capire come la stampa 3D utilizza tecniche di stampa su tessuti e per avere  una visione del come la programmazione e l’elettronica siano interconnessi. La moda è stata attratta da questo cambiamento radicale con accessori che costituiscono un mix tra moda e computation cioè uso del computer. Si inizia il progetto con Tinkercad per disegnare degli elementi geometrici (esagoni di 4 mm di altezza e 5 di lato e posizionati in fila); scelgo di utilizzare il tulle, un tessuto leggero fatto di materiale sintetico, abbastanza sottile da essere trattato e steso sul piatto della stampante ma allo stesso tempo delicato sulla pelle o cucito su altro tessuto . E' un tessuto dotato di una certa elasticità e, a seconda della sua resistenza, consente la stampa  senza  andare incontro a distorsione o restringimento che possono verificarsi durante il processo e rendere il prototipo non idoneo. In sintesi, la stampa 3D sui tessili richiede attenzione ai dettagli e una buona comprensione dei materiali tessili e delle tecniche per ottenere risultati ottimali!Fortunatamente tutto ha funzionato bene e ho ottenuto un prototipo accettabile.

 

E-textiles and wearables

La realizzazione di circuiti analogici su stoffa può essere affascinante e creativa!

L’ introduzione dei E- textiles come  tessuti elettronici con esempi e materiali tecnici  ha dato vita a progetti di abbigliamento intelligente e che consentono di incorporare componenti elettronici come batterie, luci, sensori e microcontrollori, microchip, LED , fili conduttivi. Questi tessuti combinano la flessibilità e la leggerezza dei materiali tessili tradizionali con le funzionalità avanzate dell’elettronica.

Nuria ci ha illustrato una catalogazione fatta dal Fab Lab Leon con tutti i materiali conduttivi che si possono comprare e utilizzare con differenti metodologie sulle stoffe: dai fili conduttivi fatti di diversi filamenti di materiali conduttivi che possono essere collegati a componenti elettronici come led, sensori o microcontrollori a componenti elettronici per circuiti più complessi. Importante ricordarsi che la stabilità e l’affidabilità di un circuito su stoffa possono variare a seconda dei materiali utilizzati .

Il nostro progetto consisteva nel realizzare un piccolo circuito analogico e digitale, e attraverso una  documentazione  segnare tutti i passaggi  per non intercorrere su gli stessi errori e non rifare più volte il circuito. 

Si inizia a sperimentare  con un progetto semplice. Avevamo a disposizione vari esempi, e lavorando con il filo conduttivo e il velostat che è un materiale conduttivo sensibile alla pressione (schiacciandolo si riduce la resistenza) quindi utile per realizzare sensori flessibili, ho iniziato a capire come funziona un circuito semplice. Ho lavorato su un tessuto di feltro e con l’aiuto di Nuria ho impostato prima su carta e poi sul tessuto uno schema semplice di circuito che con la pressione faceva illuminare una fila di led.

Con il  circuito digitale,  un microcontrollore e con un semplice esercizio progettato e realizzato su stoffa noi partecipanti ci siamo concentrati sullo sviluppo di una ricerca applicata e  approfondita, implementando  competenze complementari per lo sviluppo di soluzioni innovative.

Attraverso approcci differenti abbiamo esplorato l'interazione tra uomo-tecnologia  e ambiente.  Le nozioni di eco e bio-design, conoscenza di tessuti e fabbricazione digitale e e-textiles ci hanno fatto riflettere sulle applicazioni della tecnologia nell’industria tessile e dell’abbigliamento dalla moda al futuro dei dispositivi indossabili. Questo corso ha offerto una panoramica dello stato attuale dell’industria tessile e dell’abbigliamento per implementare sistemi alternativi più praticabili, sostenibili ed equi, mettendo insieme la conoscenza dell’artigianato tradizionale verso nuovi modi di progettare, prototipare e produrre  all’insegna del rispetto dell’ambiente.

Lo scopo è stato quello di sostenere e incoraggiare un nuovo approccio tra il digitale, l’elettronica e materiali biodegradabili, per preparare i ragazzi ad inventare nuovi concetti, materiali, prodotti, esperienze e servizi che cercano di colmare il divario tra il mondo accademico e l'Industria 4.0. 

Insegnare agli studenti a immaginare, progettare e prototipare elementi attraverso l’utilizzo di strumenti e dispositivi digitali. È stata un'esperienza di apprendimento multidisciplinare e pratica che ha consentito  di imparare facendo e allo stesso tempo un momento di riflessione, su cui basare azioni concrete per l’attivazione di nuove professionalità e nuovi modelli di sviluppo che tengano in debito conto la sostenibilità.

Al We Do, si cercherà di  contribuire con strumenti collaborativi e  competenze raggiunte, attraverso  strumenti e comunità transnazionale  ad una nuova e più consapevole  capacità di costruire, riorganizzare professioni nuove come sviluppatore di materiali, consulente di tecnologia della moda, performer interattivo, artigiano digitale, designer di accessori high-tech, stilista di moda 3D…


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