Erasmus+ Piarist Outlook Center 2
ERASMUS +
REPORT MOBILITA’ - Giada Caterina Zerboni
dal 16/10/2022 al 19/10/2022
Hosting organization: Piarist Outlook Center
Progetto 2021-1-IT02-KA122-ADU-000020427
LA SEDE E IL CONTESTO TERRITORIALE
L’istituto “Kilátó Piarista” ha come obiettivo principale quello di sostenere l’orientamento al mondo del lavoro di giovani con bisogni educativi speciali e/o disabilità. La sede si trova nella città di Vác a 30 minuti di treno a nord di Budapest, in un ex-monastero completamente ristrutturato.
L'istituto ha una notevole strumentazione in dotazione, sia per la parte making che per quella di robotica educativa. Nello specifico i kit sono quelli di Makeblock (MBot, Halocode, AI e IoT adds-on), Micro:bit, Lego Mindstrorm, Cubelets, Dobot. Per la parte di making ci sono alcune stampanti 3D e laser cutter, cricut e macchine da cucire.
Nei laboratori la parte di making viene integrata con quella di physical computing e robotica per creare modelli di ambienti urbani e spaziali, maquette, robot.
Due stanze sono destinate come laboratorio e magazzino e per i workshop con più partecipanti c’è una sala più grande con tavoli, prese a pavimento e molto spazio per lavorare.
LO STAFF E L’ORGANIZZAZIONE
Andras Czoch (detto Cook) è stato il tutor di riferimento per questa mobilità. Ingegnere, ha lasciato il lavoro in azienda per occuparsi dell’area educativa e da qualche anno lavora presso l’istituto. Sperimenta in particolare in ambito elettronico e di programmazione e si occupa dei laboratori tecnologici per i ragazzi.
In totale lavorano circa 30 persone, tutte con background differenti, sia scientifico che umanistico.
L’ESPERIENZA VISSUTA
La mobilità, della durata di due giorni, è avvenuta in occasione del festival per il cosiddetto “Giorno delle Ragazze” organizzato dall'associazione delle donne nella scienza (NaTE). L’obiettivo del festival era quello di organizzare dei workshop orientativi incentrati sul tema della sostenibilità e indirizzati a ragazze dai 13 ai 20 anni. In questo festival hanno partecipato aziende sia internazionali che nazionali, università e associazioni.
Nello specifico “Kilátó Piarista” ha organizzato tre workshop da 50 minuti destinati a gruppi di 25 ragazze per volta. Le partecipanti hanno dovuto risolvere delle brevi attività che richiedevano diverse abilità di problem-solving. L’obiettivo era quello di far riflettere come ognuna di loro può dare il proprio contributo per un futuro più sostenibile grazie all’aiuto della tecnologia.
Il primo giorno c’è stata la visita all’istituto con la possibilità di provare la strumentazione in dotazione e di aiutare nella fase finale di sistemazione del materiale e delle attività per i workshop. In particolare si sono programmati i robot Mbot affinchè potessero compiere il corretto percorso su una cartina geografica a terra per arrivare a un determinato punto.
Durante il secondo giorno si è potuto vedere le partecipanti in azione e verificare la validità delle attività progettate.
IL RITORNO NEL WE DO FABLAB
Sulla base degli obiettivi prefissati il ritorno nel WeDo Fablab può essere sintetizzato in questo modo:
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organizzazione di fablab kids e workshop per ragazzi: L’istituto ha molti punti in comune con “VCO Formazione” che collabora a stretto contatto con il fablab: entrambi hanno lo stesso target di ragazzi e obiettivi di orientamento. La creatività che contraddistingue Cook nel progettare le diverse attività è motivante e ispirante: nei laboratori si possono vedere alcuni esempi di artefatti realizzati dai ragazzi e la tecnologia utilizzata è di aiuto per comprendere meglio le proprie potenzialità.
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gender gap: le partecipanti hanno affrontato le attività del workshop con naturalezza, anche se non tutte avevano visto in precedenza la strumentazione utilizzata. Pensare a occasioni specifiche rivolte a un pubblico femminile è fondamentale anche in Italia, visto che le percentuali di donne nel mondo della scienza e della tecnologia sono ancora molto al di sotto della metà.
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nuove discipline e nuovi strumenti: la strumentazione in dotazione all’istituto è molto varia e l’utilizzo combinato tra physical computing e making è sicuramente da attuare anche nel fablab. In particolare si segnala l’utilizzo della micro:bit come microcontrollore di partenza per i progetti con i ragazzi, in quanto più semplice da programmare rispetto ad Arduino, ma non meno potente per i progetti base.
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