Erasmus+ American College of Greece 2

Erasmus+ American College of Greece 2



ERASMUS +
REPORT MOBILITA’ - Giada Caterina Zerboni

dal 28/06/2022 al 05/07/2022
Hosting organization: American College of Greece Research Center - Grecia
Progetto 2021-1-IT02-KA122-ADU-000020427

 

 

LA SEDE E IL CONTESTO TERRITORIALE

Il fablab si trova all’interno dell’American College of Greece - Pierce che attualmente prevede percorsi di studio che corrispondono alla nostra Scuola Secondaria di Primo e di Secondo Grado. La scuola, che è un istituto privato che esiste dal 1875, è situata in una zona residenziale di Atene, abbastanza vicino all’aeroporto. Sempre nello stesso quartiere si trova il Deree College, collegato con questo istituto. 

Con il termine delle lezioni la scuola ha organizzato diverse attività estive, tra cui la PLA, Pierce Leadership Program, per ragazzi tra i 12 e i 16 anni. A questo camp hanno potuto partecipare anche ragazzi esterni alla scuola; quest’anno ancora per il problema Covid i ragazzi erano tutti greci, ma in passato ci sono stati molti studenti provenienti da tutto il mondo. In ogni caso, anche se gli studenti e i docenti parlano tutti il greco, tutte le attività erano in inglese. 

Gli studenti potevano scegliere diversi percorsi: umanistico, bio-medico, STEM. 

Nello specifico le attività di job shadowing sono ruotate intorno al percorso STEM, che prevedeva laboratori dedicati alle scienze, tecnologia, ingegneria e matematica. I ragazzi, divisi in due gruppi da circa 18 studenti ciascuno, durante i giorni di osservazione hanno partecipato a 5 sessioni da due ore ciascuna all’interno del FabLab, più una visita di due giorni ad una azienda di droni vicina alla scuola.
 

LO STAFF E L’ORGANIZZAZIONE

Il FabLab viene gestito dalla docente di Tecnologia Louisa Stathopoulou, laureata in ingegneria civile e design industriale in Inghilterra. Il FabLab, inaugurato nel novembre 2019 e quindi subito chiuso per la pandemia, ha ripreso da poco le attività e viene utilizzato sia durante l’anno che durante i corsi estivi. Lo spazio non è molto grande ma ben organizzato: ci sono 8 stampanti 3D, uno scanner 3D, un plotter da taglio per il vinile, una laser cutter, una macchina CNC, più altre attrezzature per attività di elettronica e robotica.

Attualmente solo Louisa utilizza il FabLab, ma nei prossimi anni, con il trasferimento e ampliamento del College dovuto all'inserimento anche del corso della primaria, il FabLab potrebbe ampliarsi sia in termini di spazi che di personale. 

Il summer camp è stato organizzato nelle linee generali con circa tre mesi di anticipo, ma i dettagli sono stati definiti nelle settimane immediatamente precedenti. C’è una figura di management che gestisce l’organizzazione burocratica (iscrizioni, prenotazioni, orari), una figura di “coordinate instructor” che coordina le attività didattiche e i docenti; 6 docenti del Pierce College che tengono i corsi e circa una decina di tutor volontari provenienti dall'università Deree che supportano i docenti e gestiscono i diversi momenti della giornata.
 

LE ATTIVITÀ

Il campus inizia alle 9 fino alle 13:30 con una pausa intermedia, una pausa pranzo di un’ora per poi finire alle 16:30. La giornata è scandita quindi da 3 sessioni di due ore ciascuna, dove si alternano diversi laboratori legati alle materie STEM. In particolare ho seguito le attività del FabLab, durante le quali due gruppi di circa 18 ragazzi ciascuno si sono alternati in giorni diversi. Circa il 40% dei partecipanti erano ragazze. Quasi nessuno aveva esperienze pregresse di elettronica e stampa 3D, ma in generale si sono mostrati molto attivi e veloci nell’apprendere. 

Il laboratorio prevedeva l’utilizzo di un kit di elettronica sviluppato dall’azienda inglese Kitronik. I due gruppi hanno utilizzato un differente kit ma con un percorso di sviluppo simile, che prevedeva una fase preliminare di analisi e progettazione, poi un disegno con Tinkercad e la stampa 3D, un disegno svg in in Inkscape e il taglio laser, l’assemblaggio del kit e la saldatura. 

Entrambi i kit sono composti da una PCB, dei transistor, un led, delle batterie, un potenziometro, delle resistenze e poi a seconda del kit dei sensori o un condensatore. Il gruppo STEM A ha utilizzato un “build timer” mentre il gruppo STEM B un “dark activated”

Attraverso la metodologia del Project Based Learning, gli studenti hanno realizzato delle lampade o dei contenitori specifici per i circuiti.

Due giornate sono state dedicate alla visita di un’azienda vicina alla scuola che si occupa di prototipazione e progettazione di droni. Gli ingegneri dell’azienda hanno fatto una panoramica tecnica sul mondo dei droni, fatto visitare il laboratorio e approfondito i macchinari e i programmi utilizzati per la creazione dei prototipi (in particolare stampa 3D e utilizzo di PET-G e fibra di carbonio). In particolare nel secondo giorno di visita le attività sono state più pratiche e coinvolgenti, utilizzando i kit Lego We-Do i ragazzi hanno potuto studiare i principi del movimento dei corpi da applicare ai droni e con la costruzione di un modello di aeroplano hanno approfondito i principi di aerodinamica. Sicuramente il confronto con persone esterne alla scuola proprio nel luogo di lavoro è stata un’esperienza molto stimolante per i ragazzi.

A metà settimana è stata organizzata una escursione all’isola di Aegina, vicino ad Atene; la giornata è stata più un momento di stacco per permettere ai ragazzi di migliorare le relazioni umane e stare all’aria aperta. Non ci sono stati particolari momenti strutturati.
 

L’ESPERIENZA VISSUTA 

Da docente di Tecnologia presso la scuola secondaria di primo grado questa esperienza è stata molto fruttuosa perché mi ha permesso di riflettere sulle similitudini e sulle differenze di due contesti molto diversi. Il camp ha mostrato le potenzialità di attività pratiche basate sulla realizzazione di prodotti finiti, dove si riescono a coinvolgere attivamente gli studenti; la strumentazione a disposizione è molto ambiziosa per una scuola pubblica italiana, ma grazie ai finanziamenti che stanno arrivando non è nemmeno così impossibile realizzare qualcosa di simile. 

L’esperienza mi ha permesso di vedere bene da vicino la complessità dell’organizzazione di un summer camp con più di un centinaio di ragazzi partecipanti; il lavoro di preparazione e coordinamento è veramente tanto e bisogna essere pronti ad avere piani di riserva per risolvere eventuali disguidi che possono emergere durante le giornate. 

La parte relativa ai droni è stata molto interessante perché era un argomento che conoscevo poco; visitare un’azienda e parlare con chi ci lavora, vedere i laboratori di prototipazione professionale mi ha permesso di comprendere meglio quanto è importante far provare l’approccio del “learning by doing” e del tinkering ai ragazzi, perché è quello che viene utilizzato in queste realtà lavorative. Inoltre ho potuto conoscere molti aspetti nuovi sui vari impieghi dei droni, in particolare per le attività di monitoraggio e supporto degli incendi. 

I progetti con i ragazzi nel FabLab sono stati utili perché mi hanno permesso di provare per la prima volta la saldatura a stagno di piccoli circuiti, oltre che utilizzare in modo intensivo le stampanti 3D e la laser cutter. I kit utilizzati sono molto utili e sicuramente versatili per eventuali laboratori nel FabLab. 

L’escursione è stata carina anche se non particolarmente strutturata, è stato più un momento di condivisione all’aria aperta in un bellissimo luogo, ma non ci sono state attività di gruppo. Da questo punto di vista non ci sono particolari di sviluppo di skills da segnalare.

L’esperienza è stata molto positiva perché ho potuto osservare una realtà che lavora quotidianamente con i ragazzi, con un FabLab all’interno di una istituzione scolastica. Le attività proposte sono state varie e ben strutturate, molto ambiziose perché prevedevano un uso contemporaneo di diversi materiali e strumenti (dall’elettronica con la saldatura, al disegno digitale e l’utilizzo di stampante 3D e laser cutter). Personalmente non mi sono limitata a osservare ma ho partecipato attivamente esattamente con una docente del laboratorio; questo è stato molto stimolante e gratificante per la mia formazione.
 

IL RITORNO NEL WE DO FABLAB

L’utilizzo di kit come quelli di Kitronik sono molto interessanti anche per workshop brevi rivolti sia a giovani maker che ad adulti che si approcciano per la prima volta al mondo dell’elettronica, in quanto permettono di costruire un vero e proprio circuito elettronico senza particolari prerequisiti. Inoltre lo sviluppo combinato con il design in Tinkercad o Inkscape e l’utilizzo di stampanti 3D e laser cutter permette un’organizzazione flessibile e su più livelli delle attività, facilmente replicabile al FabLab. Senza contare che i kit hanno un prezzo molto accessibile (circa 2,50 € ciascuno). 

Al momento organizzare un camp così strutturato non è nelle forze del FabLab, però potrebbe essere interessante da proporre come collaborazione con le scuole che vogliono ampliare la loro offerta di corsi fuori dall’orario scolastico ma che non hanno gli spazi e il personale per poterlo fare. 

Il contesto territoriale di Omegna permetterebbe di organizzare dei campus completi, con delle giornate al FabLab ed altre destinate ad uscite sul territorio e visite a specifiche aziende locali. 

Nei prossimi mesi, grazie all’esperienza vissuta, vorrei proporre un corso al FabLab legato all’integrazione dell’elettronica con il design della stampa 3D e del taglio laser, dedicato sia a giovani maker sia agli adulti che vogliono approcciarsi a questo mondo per la prima volta.


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